AI PRIMARI NIENTE ATTIVITA' FUORI OSPEDALE

AI PRIMARI NIENTE ATTIVITA' FUORI OSPEDALE

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Occorre rendere efficiente la nostra sanità che in questi anni si è impoverita di professionisti e di risorse. I medici più bravi vanno pagati adeguatamente, ma va impedito l’extramenia a primari e a direttori di dipartimento. In questi anni i nostri ospedali si sono impoveriti di importanti professionalità visto che molti validi medici se ne sono andati altrove, portandosi con se numerosi pazienti. Un altro problema che coinvolge specialmente i punti nascita è dovuto al fatto che diversi medici di base e professionisti consigliano di partorire in altri ospedali piuttosto che in quelli presenti nel territorio, impoverendo le nostre strutture che difficilmente potranno cosi’ mantenere gli standard numerici necessari per garantire la qualità delle prestazioni. Questo circolo vizioso si combatte solamente agendo su tre linee strategiche.
Come prima cosa vanno ricercati i migliori professionisti per metterli a capo dei reparti pagandoli adeguatamente come avviene in Inghilterra o in Germania.
In secondo luogo occorre che i medici del territorio indirizzino i pazienti verso le strutture territoriali e non altrove, come putroppo spesso avviene oggi.
Inoltre il lavoro extramenia non va autorizzato ai primari a ai direttori di dipartimento, perchè chi sceglie di essere un manager di una struttura pubblica non può guadagnare come attività privata a causa dell’inefficienza del sistema organizzativo che lui stesso dovrebbe concorrere ad efficientare. In Emilia Romagna tutto ciò già avviene e a primari e direttori sanitari di struttura è impedito il lavoro extramenia, mentre nelle Marchhe ciò è permesso.

Con il lavoro extramenia oltre al danno avviene anche la beffa, visto che i cittadini in questo modo pagano 2 volte la sanità (attraverso le tasse e attraverso il costo della prestazione privata), impoverendo inoltre la sanità pubblica che si trova priva di ingenti risorse, poiché con l’intramenia l’azienda pubblica guadagna la metà degli incassi sulle prestazioni degli esami, fatto che non avviene con l’attività realizzata al di fuori delle strutture ospedaliere. Occorre al più presto correggere questa anomalia presente nel nostro sistema sanitario regionale ed adeguarci prendendo esempio da quelle regioni virtuose non solo nei conti, ma anche nella qualità dell’organizzazione del servizio.

(intervista tratta da Il Resto del Carlino del 13-1-2016)