“DIFENDIAMO GLI OPERATORI BALNEARI DALLA BOLKESTEIN: A RISCHIO OLTRE 2.000 IMPRESE E 20.000 LAVORATORI NELLE MARCHE. INCONTRO A MAROTTA IL 18 MARZO CON L'ON.PIZZOLANTE”

“DIFENDIAMO GLI OPERATORI BALNEARI DALLA BOLKESTEIN: A RISCHIO OLTRE 2.000 IMPRESE E 20.000 LAVORATORI NELLE MARCHE. INCONTRO A MAROTTA IL 18 MARZO CON L'ON.PIZZOLANTE”

Presentata una mozione a difesa delle attività balneari delle Marche con tre linee di difesa a tutela dei balneari delle Marche.
“E’ necessaria una mobilitazione istituzionale a difesa degli oltre 2.000 operatori balneari delle Marche e dell’indotto di almeno 20.000 occupati. E’ urgentissima un’iniziativa diplomatica regionale e nazionale per tutelarci dall’applicazione della direttiva Bolkestein. Ne discuterò il 18 in un convegno a Marotta con l’on. Pizzolante e con tutti gli operatori”; così il capogruppo di Area popolare Mirco Carloni spiega la finalità della mozione presentata oggi.
“Il rischio per l’intero settore sta creando preoccupazione ed allarme negli operatori e per tale ragione ho invitato personalmente il 18 Marzo a Marotta l’on. Sergio Pizzolante, che da anni segue in Parlamento la vicenda, per confrontarmi con lui e con tutti i bagnini su alcune proposte concrete”
“Il recente parere dell’Avvocatura generale dell’unione Europea – prosegue Carloni – è pericolosissimo per la sopravvivenza delle imprese balneari delle Marche, così come di tutta Italia, perché nega la possibilità della “proroga automatica” fino al 2020 delle attuali concessioni demaniali, meccanismo che sembrava ormai consolidato a tutela delle attività balneari. Se applicato dall’Unione Europea, tale parere confermerebbe la versione radicale della Bolkestein, rappresentando una seria minaccia per la sopravvivenza delle imprese balneari delle Marche, che in gran parte sono a gestione familiare, spesso con tutta la famiglia coinvolta nell’attività: gli imprenditori balneari rischierebbero di vedersi togliere la concessione dopo aver investito per decenni i propri risparmi nella predisposizione e sviluppo dei propri stabilimenti”
“E’ una penalizzazione inaccettabile per l’occupazione, il reddito e per l’intero turismo delle Marche, perché le attività balneari locali svolgono anche un ruolo fondamentale per qualificare l’offerta turistica regionale che, non dimentichiamolo, si distingue a livello nazionale anche per il numero di bandiere blu. Senza dimenticare il duro colpo anche per il “made in Italy”, per il rischio concreto che pezzi importanti dell’economia turistica e del patrimonio naturale regionale e del Paese possano finire in mano di pochi grandi gruppi turistici internazionali.”
“Considerato che la “proroga automatica” delle attuali concessioni balneari fino al 2020 rappresenti la condizione minima di partenza sia per dare certezze alle attività dei balneari, sia per definire soluzioni strutturali nazionali ed europee, attraverso questa mozione chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi ad attivare almeno tre linee di difesa degli operatori balneari marchigiani:

  • portare tale vicenda immediatamente all’attenzione della Conferenza delle Regioni e creare un fronte unico delle Regioni italiani per opporsi all’applicazione del citato parare sulla Bolkestein dell’Avvocatura generale dell’UE, al fine di dare sicurezze e certezze agli operatori balneari circa la validità della proroga automatica della propria concessione demaniale almeno fino al 2020
  • chiedere al Governo nazionale di intervenire immediatamente presso tutte le competenti Direzioni Generali della Commissione Europea per sviluppare un’iniziativa diplomatica internazionale che permetta la disapplicazione della stessa direttiva Bolkestein anche oltre il 2020, al fine di tutelare il lavoro e i risparmi di oltre 2.000 imprenditori balneari marchigiani e delle loro famiglie
  • chiedere al Governo nazionale, in caso di verificata impossibilità di una disapplicazione totale della Bolkestein, di legiferare immediatamente sulla materia, con una normativa che consenta un doppio binario tra le concessioni esistenti, con un periodo transitorio di tutela di almeno 40 anni, e quelle di nuova assegnazione, da fare con gara pubblica