CARLONI: "SBAGLIATO IL COMMISSARIAMENTO DEGLI ERSU"

CARLONI: "SBAGLIATO IL COMMISSARIAMENTO DEGLI ERSU"

“Sulla gestione degli ERSU la giunta Ceriscioli sta sbagliando tutto. È stato un errore il commissariamento avvenuto nell’ottobre 2015 ed è un errore il rinvio proposto oggi. La giunta Ceriscioli è priva di idee su come riformare gli ERSU”, così interviene Mirco Carloni, capogruppo di Area Popolare e vice presidente della commissione regionale per il diritto allo studio, commentando la PDL che propoga il commissariamento per sei mesi degli ERSU regionali.

“La scelta di commissariare gli ERSU – prosegue Carloni – avvenuta ad Ottobre è stato un errore strategico operato dal Presidente Ceriscioli, poiché ha accentrato il potere decisionale nelle mani di un unico commissario e non di un CDA collegiale nel quale sono presenti le rappresenze studentesche e del territorio. Decidere oggi di prolungare questo periodo di “assenza” di democrazia e partecipazione rappresenta non solo un errore, ma dimostra che la questa giunta regionale non ha idee su questo tema e procede per tentativi e rinvii”.

“Non occorrono tecnici e commissari ma strategie, investimenti e dialogo, mentre in questi mesi di silenzio non abbiamo visto alcun dibattito costruttivo con i soggetti preposti volto a razionalizzare i costi e a discutere una riforma valida che tenesse conto delle esigenze degli studenti, delle Università e delle comunità locali. Ribadisco quanto detto in tempi non sospetti: occorre nominare un Cda con piena funzione  capace di realizzare scelte di lungo periodo, affiancato ad una riprogrammazione della spesa che evidenzi e valorizzi il lavoro positivo di quegli ERSU che funzionavano come quello di Urbino distinguendolo da quegli ERSU che, invece,  avevano accumulato debiti ed inefficienze. Commissariare indistintamente tutti gli ERSU regionali è stato ed è ora un errore grande politico”.

 “Anche su questo tema, come per tanti altri – conclude Carloni –  la giunta Ceriscioli rivela il suo deludente approccio tecnicista ben lontano da quello spirito riformista e innovatore promesso in campagna elettorale”.