Impegnamoci per dare il buon esempio

Impegnamoci per dare il buon esempio

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Si respira un grande entusiasmo soddisfatti del lavoro svolto e di quanto fatto. Siamo tanti, 120 candidati che vogliono cambiare questa città. Lo facciamo con un nuovo modo di fare politica, basato sul confronto sul dialogo che possa permettere di dare futuro e prospettiva a Fano. Senza insulti o aggressività. Molti pensano che io mi sia candidato non per vincere le elezioni. Ecco voglio tranquillizzare tutti questi personaggi, che le elezioni le vinceremo perché abbiamo messo in campo persone che vogliono dare una prospettiva a Fano. Non a caso non ho domandato a nessuno l’area politica di provenienza, ho chiesto a tutti invece la loro visione per la Fano che verrà. Lo spirito che ci accomuna è il desiderio di dare credibilità ad una città che merita di più. A questo proposito Gandhi ci ha insegnato che ‘dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere’. Ecco, solo se ci mettiamo la faccia, se siamo in prima linea per cambiare le cose possiamo ottenere un risultato. In un momento in cui la crisi ha portato l’effetto negativo di avere paura della crisi stessa, dobbiamo ripartire dall’impegno e dalla forza delle nostre convinzioni. Deve essere chiaro che la ripresa sarà disomogenea. Cosa vuol dire? Significa che ci saranno città che cresceranno più velocemente e altre meno. Significa che vince chi corre più veloce degli altri. Come rispondere a questa sfida: con il proprio impegno. Trasformiamo la delusione in opportunità. In una giornata come oggi in cui si celebra la Liberazione voglio ricordare una frase di Sandro Pertini “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. È con questo animo quindi, giovani, che mi rivolgo a voi: non armate la vostra mano. Armate il vostro animo”. Proprio perché dobbiamo dare esempi, ci dobbiamo mettere in gioco, per guidare questa città. Farlo per i nostri ragazzi che devono crede in un politica diversa. Comunque, se sarò sindaco non sarò a farlo da solo, ma insieme a tutti voi. Per migliorarla e dare futuro ai nostri figli ai nostri nipoti. Come stiamo facendo noi questa mattina. Noi correremo e ci metteremo davanti ai cittadini. Tutti noi siamo liberi e nell’ultimo mese di campagna elettorale torniamo a parlare con la gente, tra le gente per testimoniare quelli che sono i nostri progetti, per coinvolgere i nostri amici, colleghi, parenti nel nostro percorso. Noi dobbiamo essere aperti a tutti coloro che intendono fare qualcosa per la città, a tutti coloro che credono in una Fano libera e migliore. In molti volevano che io non mi candidassi, perché la mia candidatura era libera e priva di poteri. Un primo esempio è dato dalla Fondazione Carifano. Infatti sono 3 anni che dico che la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano sta commettendo errori. Ieri sera è stata approvata la svalutazione del patrimonio per 25 milioni di euro per le azioni acquistate di Banca Marche da privati. In questi mesi ho sempre criticato l’operazione, nonostante i vertici dell’ente abbiano sempre detto che si trattava di una strategia giusta. Ora posso dire che, purtroppo, ho avuto ragione io, visto che è stata svalutata la capacità di investimento della Fondazione. In più corre l’obbligo che l’operazione è stata fatta in violazione dei principi di prudenza e di diversificazione degli investimenti come, invece previsto all’articola 4 comma 3 dello statuto stesso della. Dico questo perché la stessa Fondazione è passata da 3 a 53 milioni di euro di patrimonio in azioni, acquistate da privati in piena crisi finanziaria. Quando ero l’unico a criticare l’iniziativa, mi hanno riposto che si trattava di un affare. Non affermo questo perché voglio prendere il controllo della Fondazione, ma semplicemente perché ho a cuore il bene della città. Forse se quei soldi fossero stati investiti in ambito sociale o spesi per la collettività, in un momento difficile come questo la differenza si sarebbe sentita. Quei soldi sono della collettività e non di privati. Dopo quello che è successo, mi auguro che chi ha commesso questi errori, abbia la decenza di non ricandidarsi alla guida della Fondazione. Sia chiaro che io non ce l’ho con Tombari, ma con tutti i politici che non se ne interessano. Non è una lotta personale, ma è un preoccupante silenzio-assenso della politica che deve deve essere presente nelle scelte che riguardano il futuro di questa città. Ribadisco che queste scelte sbagliate, che io ho sempre criticato, hanno portato ad una svalutazione del patrimonio e questo silenzio intorno a questa vicenda mi spaventa. Noi siamo liberi da queste logiche e diciamo quello che riteniamo giusto, anche quando si sbaglia. Questa mattina dobbiamo darci un principio: se vogliamo dare l’esempio dobbiamo impegnarci mettendoci davanti ai cittadini.
Mirco Carloni
25 aprile la scelta giusta