IN DIFESA DEI PUNTI NASCITA. “DIFENDERE LA VITA E' IL PRIMO DOVERE DELLA POLITICA”

IN DIFESA DEI PUNTI NASCITA. “DIFENDERE LA VITA E' IL PRIMO DOVERE DELLA POLITICA”

Il primo dovere della politica è quello di promuovere e difendere la vita. Chiudere i punti nascita è sbagliato visto che c’è la possibilità di chiedere al Governo una deroga. La chiusura dei punti nascita di Osimo a Fabriano e San Severino, imposta dalla giunta regionale, rappresenta un errore strategico.

La politica ha come prima missione quella di promuovere e difendere la vita e per questa ragione la chiusura dei punti nascita attuata da questa Giunta rappresenta un errore davanti al quale occorre reagire senza indugi. Mi auguro che in questi giorni ci sia un ripensamento da parte della Giunta che non può attuare questo piano con logiche solo numeriche.

Per quanto riguarda la sanità della provincia di Pesaro Urbino purtroppo assistiamo e fotografiamo la drammaticità della situazione anche dalla recente ricerca del Sole24Ore che, nella loro autorevole classifica annuale, ci relega al 100º posto in Italia su 110 per l’emigrazione ospedaliera, sottolineando quindi la scarsa fiducia verso le strutture oggi presenti. Colgo questo dato con grande preoccupazione e ritengo non più rinviabile un rilancio della sanità provinciale con specialistiche dedicate e presidi sanitari che puntino ad offrire prestazioni di altissima qualità e di eccellenza. Come consigliere regionale ritengo che, ad esempio, nell’ospedale di Fano sia necessario attivare una neonatologia e una chirurgia specialistica dedicata alla donna come, ad esempio, la senologia e fare in modo che tutte le cure intensive neonatali, post-parto e la ginecologia siano di grande eccellenza chirurgica e specialistica nel presidio fanese. Per quanto riguarda l’ospedale di Pesaro è necessario aumentare il livello di eccellenza chirurgica specialistica che in questi anni e si è deteriorato a causa anche della fuga di molti medici e anche di molte “masse critiche”, cioè coloro che hanno scelto di andarsi a curare in altre regioni come Emilia-Romagna o Lombardia.

Un’ulteriore questione che ci tengo a porre al centro dell’attenzione è quello della fecondazione medicalmente assistita che rappresenta un problema in costante aumento e che porta migliaia di copie dalle Marche ad emigrare in altre regioni. Oggi questo servizio, grazie al Ministro Beatrice Lorenzin, è stato introdotto nei Lea ( livelli essenziali di assistenza) e la regione Marche è inadempiente. Nella provincia di Pesaro sono stati spesi per per attivare la FIVET nell’ospedale San Salvatore € 1.200.000 dal 2004 ad oggi. Molte volte ho chiesto notizie su questa vicenda e ho anche organizzato un convegno con primari di altissimo livello, coinvolgendo i due servizi di ginecologia di Fano e di Pesaro. Occorre un impegno concreto da parte della nuova direzione sanitaria che ho trovato molto sensibile sul tema, anche perché ci sono centinaia e migliaia di coppie che vivono questo problema e che sono obbligate a pellegrinaggi incivili. Tutto ciò non solo non è giusto visto che la nostra regione è obbligata a fornire questo servizio, ma soprattutto perché sono stati spesi soldi pubblici ai quali oggi va dato seguito erogando un servizio che nostri cittadini aspettano”.

Soltanto se i presidi di Fano, di Pesaro e di Urbino si specializzano e, puntando all’eccellenza, diventino un attrattore di servizi sociosanitari, chirurgici e specialistici si può rilanciare questo settore sanitario e risollevarlo dalla nella classifica che purtroppo oggi ci vede relegati a pie di lista.