MENTRE L'ITALIA ESCE DALLA RECESSIONE NELLE MARCHE LA CRISI COLPISCE ANCORA DURAMENTE LE NOSTRE IMPRESE

MENTRE L'ITALIA ESCE DALLA RECESSIONE NELLE MARCHE LA CRISI COLPISCE ANCORA DURAMENTE LE NOSTRE IMPRESE

L’Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato dei dati secondo i quali nel primo trimestre del 2019 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,1% in termini tendenziali. Quindi l’Italia è fuori dalla recessione tecnica e, se confermata, la tendenza dovrebbe continuare per tutto il 2019 mettendo a segno un +0,1% di P.I.L. dovuto principalmente al contributo degli scambi con i mercati esteri.PIL Istat aprile 2019

L’economia delle Marche, invece, continua a vivere una crisi senza precedenti. Tutti i settori subiscono un calo, le imprese produttive chiudono e diminuiscono gli occupati. I dati economici forniti dalla CNA sull’andamento del primo trimestre 2019, delineano uno scenario negativo per l’intera economia regionale che continua a vivere un declino in tutti i settori maggiormente rappresentativi in controtendenza nazionale. I dati emersi per il nostro territorio sono in linea con quelli già negativi del 2018, in cui si era registrato un tasso di crescita negativo (-0,7%) sulla demografica delle imprese. In particolare già nel 2018 è stata la provincia di Pesaro-Urbino a registrare un rallentamento del tasso di crescita (-0,1%) superiore alle altre, dato che si consolida anche in questo primo trimestre con l’ulteriore saldo negativo di 393 imprese. Dall’inizio dell’anno nella nostra Regione hanno “chiuso i battenti” 4323 imprese pertanto con questo dato le Marche scendono al penultimo posto tra tutte le regioni italiane nella classifica per il numero di nuove imprese (0,83% per le Marche, 0,36% in Italia). Le attività manifatturieri sono quelle che hanno pagato il più alto prezzo, con le calzaturiere (-176 aziende) che precedono le imprese del mobile (-114) e dell’abbigliamento (-72). Crescono i servizi in genere e, in particolare, quelli a supporto delle imprese (+118) e le attività immobiliari (+105).

Serve un cambio di rotta attraverso un’azione strategica di sostegno ai settori produttivi e non solamente una politica di redistribuzione di contributi alle imprese, dove peraltro prevale ultimamente una burocrazia insostenibile ed inefficiente per quanto riguarda le procedure che, infatti, ingessano l’intero sistema, senza fornire tempi certi neppure sull’uscita dei bandi regionali talvolta tardivi e inefficaci.

Inoltre va sottolineato che le imprese marchigiane sono troppo spesso sottocapitalizzate e questo rappresenta un enorme freno potenziale alla crescita ed una forte dipendenza dai finanziamenti bancari che purtroppo sempre meno riescono a valutare il merito creditizio delle microimprese, causando un vero e proprio fenomeno regionale di credit crunch a cui abbiamo assistito dalla crisi di Banca Marche. E’ necessario fornire agli imprenditori garanzie maggiori nel sistema di accesso al credito. Infine sarebbe auspicabile un intervento pubblico, da parte della Regione Marche, direttamente sull’equity delle micro imprese marchigiane affinchè possano finalmente investire nella ricerca, nello sviluppo e nell’efficientamento per raggiungere livelli competitivi più elevati sui mercati esteri e su quello interno.

Mirco Carloni

RASSEGNA STAMPA

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