#CANTIEREMARCHE : UN PIANO DI SVILUPPO PER LA RETE FERROVIARIA MARCHIGIANA

#CANTIEREMARCHE : UN PIANO DI SVILUPPO PER LA RETE FERROVIARIA MARCHIGIANA

Il nostro trasporto ferroviario regionale è archeologia industriale e non basterà certo qualche nuovo convoglio a renderlo moderno.  Sono anni che manca una politica dei trasporti e l’isolamento che vive la nostra regione è sotto gli occhi di tutti. Ne continuano a pagare il prezzo le imprese e i lavoratori, le famiglie e i giovani.

È indecente che una regione come le Marche, con le sue eccellenze turistiche e con produzioni di qualità apprezzate in tutto il mondo, non abbia infrastrutture adeguate.

ReteFerroBasti pensare che Attualmente la rete ferroviaria della Regione Marche si estende per complessivi 386 km,di cui circa il 50% a doppio binario ed oltre il 62% elettrificati. La linea dorsale Adriatica e la Ancona-Orte/Roma sono classificate come “fondamentali”; le linee interne non elettrificate Porto d’Ascoli-Ascoli Piceno, Civitanova-Macerata-Albacina, Fabriano-Pergola sono invece assegnate alla “rete complementare”.

Nel quadro degli investimenti strategici sulle ferrovie marchigiane previsto Contratto di programma 2017-2021 tra Rete ferroviaria italiana e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, manca il finanziomento per intero il raddoppio dell’Orte-Falconara che rapprensenta la criticità maggiore di tutta la rete regionale.

Il collegamento ferroviario Orte-Falconara con la linea Adriatica è una priorità per tutto il Centro Italia e deve essere considerata un’opera strategica non solo per le Marche, ma per tutto il traffico merci e passeggeri del centro Italia e del Nord-Est, una vera e propria alternativa alla dorsale Roma-Milano. Nel corso degli ultimi 4 anni RFI ha realizzato solo un ulteriore tratto del  raddoppio della tratta ferroviaria Falconara-Orte che è arrivato a Castelplanio, riducendo il tratto a semplice binario Intervento_Linea_ferroviaria_Orte_FalconaraMAPPAe coprendo con il doppio binario parte del tratto marchigiano. Questo investimento deve diventare la priorità infrastrutturale della Regione Marche.

Parallelamente agli investimenti per la rete ferroviaria dobbiamo rendere il servizio di trasporto regionale più efficiente in considerazione del numero elevato di pendolari, studenti e turisti.  E’  attualmente in fase di discussione con Trenitalia il rinnovo del contratto di servizio oltre il 2023 e si sta procedendo all’ affidamento diretto del servizio non piu’ per la durata di 5 anni, ma per 15 anni, al fine di consentire di poter programmare una serie di investimenti in modo più efficace rispetto al precedente contratto. Come Regione Marche dobbiamo trasformare questa occasione in una grande opportunità per migliorare quantitativamente e qualitativamente un servizio che, ancora oggi, manifesta tutte le sue criticità. Gli investimenti effettuati o già programmati per 9 treni jazz e per un nuovo treno diesel sono importanti, ma non ancora sufficienti a recuperare un gap accumulato nel corso dei decenni precedenti. Occorre investire più risorse per nuovi mezzi più moderni, comodi ed efficienti. 

Le Marche non possono essere più il fanalino di coda italiano per i finanziamenti sul trasporto pubblico locale. La ripartizione tra le regioni del fondo dei trasporti viene calcolata sui costi storici del servizio ed è storicamente penalizzante per le Marche che sono la regione con il più basso finanziamento pro-capite d’Italia per il TPL (2,18% che si traduce in circa 69 euro/abitante contro la media italiana di 95 euro/abitante).

Sono anni che si sta cercando in sede di Conferenza delle Regioni di superare il costo storico e di introdurre il costo standard per KM per il servizio TPL ed è stato raggiunto un accordo sulla definizione del costo standard che sancirebbe la fine di questa penalizzazione per la nostra Regione. Il costo standard riflette il costo del servizio, opportunamente specificato ed erogato a prestabiliti livelli di qualità.

Ad oggi questo accordo non è ancora operativo perchè manca il decreto attuativo sull’adeguato standard dei servizi. Le Regioni italiane che con questo passaggio dai costi storici ai costi standard perderebbero molte risorse  naturalmente fanno ostruzionismo a tali modifiche.  Le Marche devono puntare i piedi e pretendere questo cambiamento.

Le Marche devono tornare a far contare la voce di quei cittadini che per anni sono stati penalizzati su questo tema.

Le Marche devono essere protagoniste di un cambiamento.

#Cantieremarche è l’idea di una regione in movimento, capace di costruire il futuro .