CARLONI :  "CREDITO, RISCHIAMO DI PERDERE TUTTI I SOLDI"

CARLONI : "CREDITO, RISCHIAMO DI PERDERE TUTTI I SOLDI"

Intervista a “Il resto del Carlino” del 2 Aprile 2020
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“Credito, le Marche rischiano di perdere tutti i soldi”
Carloni (Lega): “Se venerdì la commissione regionale non approva la proposta di legge, la nostra Regione non beneficia del Cura Italia”

di DAVIDE EUSEBI
Pesaro, 2 aprile 2020 – Sta combattendo contro il coronavirus, ed è già operativo, dalla sua quarantena, per aiutare una categoria in ginocchio: quella dei ristoratori. Mirco Carloni, consigliere regionale è in convalescenza, ma ha illustrato agli operatori di “RistorItalia”,il comitato di ristoratori formatasi per l’emergenza, le richieste urgenti da inoltrare alla Regione: “Vanno rimodulati tutti i Piani finanziari previsti su Fers, Fse e Psr in funzione anti-crisi rinegoziando quindi con il Governo Centrale e con la UE, così da prepararci al contraccolpo e preservare preventivamente l’economia regionale. Prima che sia troppo tardi. Non solo le mie sono valide, ad esempio, la Confcommercio sta facendo delle proposte utili alla categoria dei ristoranti cosi come tutte le associazioni e la prossima settimana iniziano il confronto con la Giunta quindi è necessario che tutte le proposte che partono dal basso vengano poi veicolate dalle associazioni datoriali alla Regione”.
Carloni, la priorità?
“Liquidità. Soldi per fare fronte alle spese, altrimenti, in poco tempo, molte aziende consumeranno il patrimonio e non riapriranno. Serve un intervento rapido e trasparente”.
Cosa ha in mente?
“Ho proposto un contributo a fondo perduto per garantire la liquidità calcolato sul 10% del fatturato medio, intervento di finanza pubblica diretto in conto corrente con un voucher elettronico per tutte le imprese di ogni categoria, calcolando quel 10% sul fatturato medio”.
Perché il dieci per cento?
“Perchè è un criterio semplice, oggettivo, proporzionale ed etico”.
Un esempio?
“Se il fatturato medio 2017/2018/2019 è 60.000 euro, l’azienda prenderà un voucher di 6.000 euro per pagare le spese e il personale, cioè di resistere, mentre se il fatturato medio è 800.000 euro l’azienda prenderà 50.000 euro che, secondo i miei calcoli, coprirebbe il costo medio del personale laddove deve anticipare la cassa integrazione o le spese indifferibili per resistere, senza prosciugare la liquidità dell’azienda e senza mettere a repentaglio il patrimonio. Poi c’è un’altra questione fondamentale”.
Quale?
“Il credito. Ho proposto una legge per rimuovere subito il tetto minimo stabilito di 150mila euro che vincolava all’utilizzo dei Confidi. Verrà discussa domani in Commissione. Se viene approvata, le aziende possono avere fino a 150 mila euro, utilizzando i benefici del Cura Italia attraverso il medio credito centrale, senza interessi fino all’80 per cento. In questo momento le imprese marchigiane non possono utilizzare i benefici del Cura Italia e la situazione peggiorerà la prossima settimana, quando il fondo di garanzia riceverà 5 miliardi dallo Stato per dare microcredito senza valutazioni di rating: le imprese delle altre regioni potranno avere questi soldi, le marchigiane no se non verrà approvata la mia proposta di legge. Nessuna polemica, Confidi svolge un ruolo importantissimo ma il momento è straordinario ed è nostro dovere rimuovere qualunque ostacolo ritardi l’acceso al credito”.
Come abbattere il muro di burocrazia?
“Bisogna facilitare, a livello di accantonamenti, le concessioni anche per rating inferiori a quelli ottimali, poi allungare i tempi per le segnalazioni obbligatorie a forborne. Inoltre costituire un fondo regionale destinato ad abbattere integralmente gli interessi pagati dalle imprese, così da consentire un finanziamento nei fatti a tasso zero con restituzione minimo tra tre anni. Ritengo che, liberate le banche e gli intermediari finanziari dei vincoli burocratici senza senso, i soldi arriveranno alle imprese e alle famiglie. Aggiungo se la Regione Marche ha centinaia di milioni di euro dei cittadini che per vincoli finanziari non può spendere, adesso dobbiamo usarli tutti in deroga per le famiglie e le imprese senza impedimenti burocratici”.
Quali aiuti per le riaperture, quando tutto questo finirà?
“Vanno rimodulati i Piani di Fers, Fse e Psr in funzione anti crisi per un bando semplice e veloce per cofinanziare le spese di riapertura delle attività e delle imprese. Il bando cofinanzia il 50% delle spese e degli investimenti su opere edili, murarie e impiantistiche connesse agli interventi di ripristino, riavvio, riqualificazione, ristrutturazione e ampliamento delle strutture in cui si svolge l’attività. Un bando che serva anche per spese per la sanificazione dei locali, di ordinaria manutenzione, consulenze contabili e di gestione aziendale, comprese le consulenze per invio domande, promozione, acquisto di macchinari, attrezzature, impianti, finiture e arredi funzionali all’esercizio dell’attività. Infine per l’acquisto scorte di magazzino per lo svolgimento dell’attività, spese di personale e acquisto di dotazioni informatiche e relative licenze d’uso. Facciamo presto”.


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