ELEZIONI PROVINCIALI: IL NOSTRO RISULTATO UN SUCCESSO. ABBIAMO COMPIUTO L’IMPRESA

ELEZIONI PROVINCIALI: IL NOSTRO RISULTATO UN SUCCESSO. ABBIAMO COMPIUTO L’IMPRESA


Carloni, che porta in dote tre consiglieri, rivendica i 7/mila voti in più del centrodestra

L’INTERVISTA
Onorevole Mirco Carloni, deputato Lega, avete ottenuto più voti ma la Provincia resta al centrosinistra. Un pari e patta che lascia un po d’amaro, il 7-5 pareva possibile.

«Ma il risultato è storico: molti non ci credevano e invece è accaduto. Speravamo in una maggioranza secca, ma il dato è comunque un successo. I partiti di centrodestra hanno partecipato insieme alle liste civiche ottenendo più voti della sinistra che da sempre governa la Provincia. Vedo che qualcuno continua a dire di aver vinto (Matteo Ricci ndr) allora mi corre l’obbligo di ripristinare la verità».
Il presidente Paolini ha rimarcato il 7 a 6 con il suo voto.
«Si tratta di trarne le conseguenze. Paolini è una persona saggia penso che capisca che il voto è stato chiaro. Si chiama democrazia che a volte si “fer-
tilizza” anche con l’alternanza».
Questo tesoretto di 7000 voti di scarto lo farete fruttare per le regionali?
«Francesco Acquaroli rivincerà le ele-zioni. lo sono felice per un fatto che, al di là del sottoscritto, stanno emergendo tante persone nelle varie liste. Quella che per anni cercavamo: la classe dirigente. Uomini e donne libere che hanno voglia di impegnarsi senza accontentarsi».
Tre dei sei consiglieri di centrodestra eletti sono suoi: Pierini, in assoluto più votato, ma anche Serfilippi e Rossi. Una trazione leghista a segnare il territorio?
«Nessuna trazione leghista. Sono stati preziosi tutti, quindi inutile mettere bandierine. Serve vincere le elezioni regionali. Servono le liste civiche. Giacomo Rossi per esempio sta facendo un lavoro importante sul territorio dell’entroterra».
Prova di forza anche in rapporto con gli altri esponenti della coalizione di centrodestra o solo un buon lavoro svolto soprattutto nell’interno?
«E stato un grande impegno di squadra. In particolare i segretari provinciali hanno fatto un immenso lavoro. Enrico Rossi e Nicolò Pierini hanno lavorato tanto e sono stati premiati, ma ricordo che il centrodestra vince solo se unito».
A proposito, la battaglia per la Regione si preannuncia accesa, tanto più che lo scontro si profila proprio su Pesaro e il Pesarese, dato che i nomi dei candidati in pectore del centrosinistra che circolano sono del territo-
rio: da Ricci a Morani.

«Due ottimi candidati. Ma vinceremo noi, perché la situazione gestita da Ac-quaroli è stata difficile proprio per l’eredità ricevuta. Nessuno ha nostalgia dei tempi bui del Pd. Dopo tanti anni si è ripartiti e le Marche sono uscite dell’isolamento oltre che finalmente partono grandi opere e collegamenti.
Quali indicazione trarre dal risultato di voto di domenica?
«Bisogna lavorare per rappresentare una alternativa. Finora a Pesaro sembrava impossibile invece c’è una svolta che è merito di tutti, soprattutto di
chi si è candidato a sindaco come Maurizio Gambini e di altri civici che fanno la differenza e da cui ripartire. Urbino è diventato Capoluogo quindi la nostra gestione socio-politica è cambiata, pertanto le politiche di sviluppo devono tenere presente una realtà poli-centrica».
Nell’immediato. E per il futuro?
«Preparare una squadra fortissima per le regionali. Bisogna puntare a fare grandi cose».
In che senso grandi cose? Quali sono i punti di forza su cui lavorare?
«La Rochefoucauld diceva che a furia di accontentarsi delle piccole cose si diventa del tutto incapaci delle grandi. Ecco prendiamolo come monito e con-siglio. L’attesa dei cittadini è di poter contare su una alternativa. Che si lavori per uscire dell’isolamento delle Marche e della nostra provincia».
Quali i deboli?
«Fragilità. Dobbiamo essere più fiduciosi e più forti».
Il seggio di Pesaro ha risposto bene alla conta, forse ci si aspettava uno sforzo maggiore da Urbino?
«Maurizio Gambini è il nostro migliore sindaco perché è riuscito in una impresa storica. Tanti ne parlavano lui è riuscito a fare il Capoluogo. E’ uno concreto. Sarebbe lui il nostro candidato naturale per la presidenza ma non decidoio».