
•INTERVISTA “IL TEMPO” DEL 27 GENNAIO 2025 •
«L’aumento del 12,5% sul reddito è un fenomeno molto positivo, perché la maggior parte della cessazione d’impresa agricola ha come causa la mancata remuneratività. Se aumenta il valore aggiunto, aumenta anche la voglia di proseguire nell’attività di famiglia e di fare investimenti».
Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura alla Camera, commenta con entusiasmo lo storico traguardo raggiunto dal nostro primo settore.
L’Istat ha certificato la leadership dell’agricoltura italiana in Ue. Perché è un dato così importante?
«L’Italia, per la prima volta, ha il valore aggiunto sul valore della produzione più alto d’Europa. L’altro valore significativo è la multifunzionalità, il vero antidoto contro la crisi. Agriturismo e produzione energetica aggiungono entrate al produttore che si trova, sulla produzione tradizionale, a far fronte alla caduta dei prezzi. Sia per la merce che arriva dai paesi terzi che per l’aumento dei costi energetici» .
Perché la sinistra considera poco l’agricoltura? Per snobismo?
«La sinistra ha perso di vista l’agricoltura per inseguire una cultura che mortifica la tradizione e, purtroppo, l’ambientalismo da salotto ha portato a considerare l’agricoltore e l’allevatore come un soggetto che rappresenta un problema. Una visione distorta, che ha trovato nell’Europa di Timmermans il grande teoreta che voleva produrre carne, latte e cibo in laboratorio per evitare l’impatto ambientale e magari proprio in nome della transizione o della sostenibilità».
L’Ue,con le follie green, ha più volte messo in discussione le basi stesse della nostra agricoltura. Vede un’inversione di tendenza?
«Le persone stanno capendo che alcune politiche servivano per fare entrare merce che distrugge il valore della produzione. Pensiamo ai cereali, giunti magari proprio dai paesi che non rispettano le stesse regole che noi pretendiamo dai produttori. Rendendo, di fatto, non competitivi i nostri prodotti per la agroindustria. Si era arrivati a dare soldi ai contadini per farli smettere di lavorare la terra ed evitare l’impatto ambientale.Questa follia serviva a creare una nuova “internazionale green”. E nel frattempo le aziende chiudevano. La strada chel’Italia ha preso è stata diversa, grazie al governo col ministro Lollobrigida, con D’eramo e La Pietra e per merito del Parlamento, con le commissioni agricoltura, che si sono opposte a tante sciagure».
La Consulta ha bocciato il referendum sulle Autonomie. Ritiene che questa riforma potrà essere approvata entro la fine della legislatura?
«Certo,da ex vice presidente della Regione Marche le dico che tutti auspicavamo l’autonomia purtroppo adesso alcuni se lo sono scordato».
La vittoria di Trump e i nuovi possibili dazi sono uno scenario negativo per i nostri prodotti alimentari o rappresentano una nuova sfida?
«Una sfida. Trump ha cancellato, in un giorno, l’ipocrisia delle ideologie green. Adesso con gli Usa bisogna fare i conti, ma credo che per l’Italia abbia un rapporto privilegiato. Alcuni accordi, penso al Mercosur, fatti dall’Europa minano i nostri interessi. Però vedo che si parla di più di Trump. I peggiori nemici di questo continente sono stati le enclave burocratiche che sovrintendono alcuni protocolli spesso redatti a danno proprio dell’agricoltura».
Nelle Marche si voterà per il rinnovo del consiglio regionale. Il centrodestra riuscirà a confermarsi.
«Certo. Mai le Marche sono state così centrali nelle politiche del governo nazionale. Ci sono oltre un miliardo di opere pubbliche e tanti investimenti, purtroppo il ritardo e l’isolamento da colmare è tanto. Ma nessuno, credo, abbia nostalgia proprio per chi ha causato quel ritardo».