LA PESCA NELLE MARCHE, TRADIZIONE, INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ

LA PESCA NELLE MARCHE, TRADIZIONE, INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ

L’INCONTRO – da Il Corriere Adriatico
FANO
Il settore è in difficoltà, non lo nasconde nessuno, ma gli strumenti per lavorare affinché la pesca resti a galla e, anzi, prenda il largo ci sono. Gli ospiti della tavola rotonda che si è svolta nella giornata conclusiva del Brodetto Fest sono consapevoli delle sfide che attendono il settore, ma si dicono fiduciosi. La voce più convinta del fatto che la pesca possa cambiare rotta e tornare a essere un settore in crescita è quella del presidente della Commissione agricoltura della Camera Mirco Carloni, che parla di cambio di passo. «Per 20 anni i principali fondi erogati finanziavano la demolizione dei pescherecci, come si è potuto pensare che distruggendo le flotte si potesse dare nuova linfa a questo settore?» si chiede il parlamentare della Lega.

La miopia dell’Europa
Per Carloni sono state queste politiche, insieme ad altre iniziative europee ad aver affossato la pesca. «Decisioni dettate da un ambientalismo ideologico che ha trattato i pescatori come dei criminali sventolando lo spauracchio del danno ecologico – critica il deputato -. Il risultato paradossale è che ci ritroviamo a importare pesce da quei paesi extra europei che fanno molti più danni all’ambiente di noi». Dopo le critiche a Bruxelles arrivano le lodi al Governo per il nuovo approccio con cui ha affrontato la questione, introducendo il concetto di “agricoltori del mare”, portando il tema della pesca al G7 sull’Agricoltura ed estendendo a questo settori il Fondo di solidarietà nazionale, di fatto comparando in termini di bandi e aiuti il settore agricolo e la pesca.

D’accordo anche il presidente di Coldiretti Pesaro e Urbino Tommaso Di Sante che ribadisce: «Non ha più senso distinguere questi due settori, è fondamentale lavorare in sinergia, è sull’esempio della filiera agricola che nascono iniziative come “Firmato dai pescatori italiani” per certificare la filiera del pesce italiano». Nel suo intervento il responsabile Coldiretti del settore pesca nel territorio delle Marche, Tonino Giardini, sottolinea la necessità di interventi come ammortizzatori sociali, cassa integrazione e lo stop al fermo pesca. «È un meccanismo che va rivisto», dice Giardini. E in effetti i pescatori chiedono da tempo di cancellare o di ridurre il periodo di fermo, visto che coi cambiamenti climatici sta cambiando il ciclo di vita delle specie più pescate in Adriatico. «Le temperature in rialzo sono l’insidia maggiore – lancia l’allarme Giardini – in queste condizioni una specie come il pesce azzurro può collassare».

In soccorso dei pescatori c’è sicuramente la moratoria sulla riduzione dello sforzo di pesca 2025, una battaglia vinta da Italia, Francia e Spagna. «In pratica, per la prima volta, abbiamo ottenuto che per tutto l’anno non ci sia nessuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta italiana», esulta Carloni. Oltre a questi temi c’è anche quello del cambio generazionale: i giovani fanno fatica ad avvicinarsi a questo mestiere. Giacomo Candi, del servizio pesca della Regione, annuncia un bando da un milione per la piccola pesca. Carloni aggiunge: «Ai giovani dico: iniziate a fare questo mestiere e innovatelo. Per questo abbiamo dato l’ok alle imprese della pesca ad accedere al Fondo Innovazione Ismea che prevede 250 milioni nel triennio 2023-2025».
Yuri Rosati

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