La Soprintendenza è diventata l'ufficio diniego!

La Soprintendenza è diventata l'ufficio diniego!

CorsoMatteottiFano da diverso tempo è penalizzata dalle scelte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle Marche che continua a rilasciare pareri contrari allo sviluppo della città.

Questo “accanimento” inizia con la questione del Casello autostradale Fano Nord, per il quale si è trovato un accordo, dopo lunghe trattative con la società Autostrade per l’Italia S.P.A, ottenendo anche opere accessorie a compensazione. L’opera avrebbe, senza dubbio, contribuito a risolvere il problema della viabilità e della congestione del traffico nell’attraversamento tra Fano e Pesaro. Su quest’opera la Soprintendenza (con lettera del 14/08/2012 a firma del soprintendente Cozzolino) ha espresso parere contrario, bloccando, di fatto, un importante investimento che il nostro territorio aspettava da oltre 50 anni, nonostante poco più a nord, il “casellino” di Pesaro Sud sia riuscito ad avere l’autorizzazione. Tale vincolo blocca, così, decine di milioni di euro di investimento infrastrutturale a favore della dorsale adriatica già interessata dall’ampliamento dell’autostrada A 14. Incomprensibile, dunque, l’imposizione della Soprintendenza su un’area già autostradale e in cui importanti lavori di ampliamento e realizzazione gallerie sono iniziati da molto tempo.
Tra l’altro la nascita dell’uscita Fano Nord darebbe la possibilità di creare una sorta di circonvallazione con il collegamento al futuro casello di Pesaro Sud che consentirebbe di non congestionare la statale Adriatica SS16 come invece accade oggi.

Il secondo fatto sconcertante si riferisce al progetto della strada delle barche nell’intersezione con il calvalca-ferrovia che conduce a Viale Ruggeri finanziato con fondi fas dalla Regione per ottocentomila euro. L’architetto Guida della Soprintendenza ha infatti preventivamente richiesto agli uffici tecnici del comune di Fano una modifica del progetto preliminare perché l’opera è collocata su un’area, di proprietà comunale, su cui oltre 100 anni fa giaceva una linea di tiro al bersaglio. La modifica progettuale richiesta dalla Soprintendenza comporterebbe un importante aggravio economico sull’opera, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo del settore nautico e soprattutto, per far transitare i numerosi mezzi pesanti di trasporto yacht che dalle aziende localizzate nelle zone produttive del comune di Mondolfo e di Bellocchi di Fano, ad oggi debbono attraversare il centro abitato di Fano per dirigersi verso il porto.

Il terzo caso riguarda una proposta del comitato ‘Apriamo il Centro’ di valorizzazione del centro della città attraverso un progetto sperimentale di forestazione e arredo urbano con piante e vasi floreali. Finanziato dalla Regione Marche, in sede di approvazione del bilancio grazie ad un emendamento firmato da me e dal capogruppo del Pd Mirco Ricci con un contributo di circa 50.000 euro, si è voluto dare un forte segnale per riqualificare l’area del centro storico di Fano. Nel merito, lo scorso 11 giugno la Soprintendenza, nella persona dell’architetto Stefano Gizzi scrive con nota che la proposta dei commercianti non è congruente rispetto ai caratteri storico architettonici, che gli elementi di arredo previsti non sono corretti né armoniosi in relazione al contesto, che il disegno presentato risulta poco idoneo e, infine, che la scelta dell’essenza del bosso, utilizzata nella maggior parte delle Piazze d’Italia, è poco motivata se non arbitraria. Il paradosso è che contestualmente, con nota dello scorso 15 luglio, lo stesso architetto Gizzi della Soprintendenza asserisce che l’arredo di Piazza XX settembre è caratterizzato da una disomogeneità e diversità tipologica e cromatica non consona alla valorizzazione dei valori storici, artistici, architettonici, intrinseci del luogo, rimettendo in discussione addirittura la concessioni alle attività degli spazi pubblici. 

Come se non bastasse, per cercare di superare questo empasse ho tentato invano, ripetutamente, di contattare l’architetto Stefano Gizzi, visto che mi ero interessato personalmente del progetto facendo approvare l’emendamento di cui sopra dal Consiglio Regionale. Le varie richieste di incontro mi sono state puntualmente negate, tanto che una settimana fa ho inviato anche una raccomandata con ricevuta di ritorno allo stesso Sig. Soprintendente Arch. Gizzi per la quale non ho ancora ricevuto alcuna risposta ne tantomeno un appuntamento.

Ebbene, questo atteggiamento burocratico pronto solo ad infliggere dinieghi non rispetta il lavoro e l’impegno portato avanti dalla politica e dalle istituzioni!

Non è accettabile che questo ente da un lato blocchi tutte le lodevoli iniziative, anche di tipo sussidiario, di abbellimento e valorizzazione del centro, mentre dall’altro consideri la piazza centrale poco decorosa e fuori da qualsiasi canone di rispetto della qualità artistica e architettonica, demandando il controllo ai carabinieri, senza però fare nessuna proposta per migliorare lo stato attuale delle cose.

A questo punto presenterò un’interrogazione al Consiglio regionale delle Marche e interpellerò, personalmente, tutti i parlamentari eletti nelle Marche, i componenti della commissione cultura di Camera e Senato, il Ministro e i sottosegretari ai Beni Culturali, affinchè queste vicende possano trovare una giusta conclusione per Fano, terza città delle Marche che non può vedere vanificato il lavoro di anni di progetti e investimenti.

> Leggi l’articolo sulla stampa di oggi relativo al parere contrario della Soprintendenza sul progetto sperimentale di forestazione urbana proposto dal Comitato “Apriamo il Centro”  

Articolo 08 agosto 2013