“PER LA UE I CONTADINI SONO IL NEMICO”  INTERVISTA A MIRCO CARLONI

“PER LA UE I CONTADINI SONO IL NEMICO” INTERVISTA A MIRCO CARLONI

intervista La Verità del 8 Aprile 2024

L’intervista Mirco Carloni «Per la Ue i contadini sono il nemico»
Il leghista, capo della commissione Agricoltura alla Camera e candidato alle Europee: «L’agenda green fa comodo alle lobby. Si vuol spostare la produzione del cibo dai campi alle fabbriche. Ursula chiarisca su Pfizer»
di CARLO CAMBI

L’agricoltura è prepotentemente sulla scena delle consultazioni europee. È una sorta di discrimine tra i partiti che sostengono le produzioni nazionali e una sinistra molto ecologista innamorata delle bistecche sintetiche e dei grilli nel piatto in nome di un ambientalismo ideologico. Mirco Carloni è arrivato in Parlamento – presiede la commissione Agricoltura di Montecitorio – da assessore regionale all’agricoltura delle Marche. E ora accetta la sfida di correre per il Parlamento di Strasburgo. È candidato per la Lega nel Centro Italia alle Europee. Giurista di formazione – giovanissimo deputato della Lega, ha appena varcato la soglia dei 40 anni – nato a Fano, la Fanum fortunae romana, in riva all’Adriatico, è un culture dell’equilibro tra sviluppo e natura. Con lui cerchiamo di capire che futuro hanno i nostri campi.

Onorevole Carloni, c’è una legge (Legge n. 36 del 15 marzo 2024) che porta il suo nome per favorire i giovani che lavorano, investono, scommettono sulla terra. L’agricoltura può ripartire da qui?
«C’è una preoccupante tendenza negativa riguardante le nuove imprese agricole giovanili. Un vero e proprio rischio per il futuro del nostro patrimonio agrosilvopastorale. Per rilanciare il settore agricolo, sono necessarie due cose fondamentali: il riconoscimento sociale per coloro che scelgono questo difficile, ma gratificante, mestiere e la riduzione significativa degli ostacoli burocratici, in particolare per quanto riguarda l’accesso al credito. Troppi agricoltori affermano di non voler lasciare l’azienda ai propri figli a causa dell’eccessiva fatica non adeguatamente ricompensata. La Lega, con questa legge, ha deciso di contrastare questa tendenza».

Quali sono i punti qualificanti di questa legge?
«Come primo passo, si propone la creazione di un fondo per incentivare l’accesso al credito, magari offrendo ulteriori incentivi agli intermediari finanziari. Si deve favorire regolarmente l’erogazione di prestiti, senza dipendere esclusivamente dai Piani di sviluppo rurale. Inoltre, si prevede la stabilizzazione dell’Irap al 12,5%, l’introduzione di crediti d’imposta per coprire fino all’80% dei costi di formazione. Il mondo è cambiato ed è in continua evoluzione: oggi sono necessarie molte competenze, tra cui quelle finanziarie, di marketing e tecnologiche, che devono essere incentivate. Altre proposte includono la riduzione del costo degli atti notarili, la priorità nella prelazione agraria, la disponibilità di un servizio di sostituzione per gli amministratori, la promozione dei mercati di vendita diretta, la creazione di un tavolo nazionale permanente e altre iniziative volte a favorire il ricambio generazionale.
Siamo di fronte una visione diversa con la quale si promuove l’imprenditorialità nel settore agricolo giovanile. Dobbiamo abbattere con ogni mezzo quel sistema assistenzialista che ha fatto troppi danni al nostro Paese».

Da assessore regionale delle Marche ha promosso il biodistretto regionale: 100.000 ettari tutti a biologico. È una risposta a chi dice che solo l’Europa è capace di coniugare agricoltura e natura?
«L’agricoltura biologica rappresenta un tratto distintivo di molte regioni. Conferisce un valore aggiunto ai nostri prodotti. Il settore biologico dimostra anche una maggiore sensibilità nei confronti dell’ambiente. Comunque, va detto chiaramente, in generale la nostra agricoltura si prende cura del paesaggio e della natura. I piani alti dell’Europa non ci convinceranno mai del contrario con la loro propaganda figlia di chissà quali interessi. Per i salotti buoni di Bruxelles la natura è diventata una dicotomia, figlia di una visione protezionistica di matrice ideologica, che ha portato a imporre sulle imprese agricole ulteriori costi e burocrazia senza comprendere che proprio la saggezza dei nostri contadini ha contribuito a preservare l’ambiente. Al contrario, in Europa, qualcuno, ha trasformato l’agricoltura nel nemico dell’ambiente».

Che pensa delle proteste degli agricoltori contro il Farm to Fork, e dell’impianto che la Commissione Von der Leyen aveva dato alla politica agricola tutta improntata all’ideologia green?
«È giusto manifestare fino a quando non ci sarà parità di condizioni tra i vincoli imposti ai nostri produttori, in nome dell’ideologia fintamente green, e i prodotti che giungono nei nostri porti. Questa Europa ha tradito i valori su cui è stata fondata, poiché proprio nell’agricoltura vedeva il “cemento” per fornire cibo e promuovere lo sviluppo economico. Niente a che vedere con il fantomatico e paradossale “ridurre lo sforzo produttivo”. I prodotti importati da Paesi terzi, che spesso non sono sostenibili e sono di dubbia provenienza, stanno entrando facilmente nelle nostre catene di produzione alimentare. Questa concorrenza sleale sta causando problemi agli agricoltori, che devono affrontare costi di produzione in aumento senza alcun tipo di supporto».

Crede che siano sufficienti gli aggiustamenti in corso d’opera che si cerca di fare alla Pac?
«È necessario rivedere la Politica agricola comune: molti dei presupposti su cui si basava quella strategia sono cambiati. Restare indifferenti significherebbe condannare il settore primario. La Pac deve essere rivista immediatamente, ponendo al centro la politica agricola senza essere influenzata da visioni ideologiche trite e ritrite che hanno già sufficientemente dimostrato di essere fallimentari e distruttive».

Il cambiamento climatico è un dato acquisto, assai meno lo è che sia l’uomo a determinarlo. Quale contributo può dare l’agricoltura 4.0 a mitigare gli effetti del clima?
«Sia le tecniche di editing genomico che l’agricoltura di precisione possono ridurre gli effetti dello stress idrico o dell’eccesso di acqua con veloci cambiamenti di temperatura. Questi sono i fatti. Poi c’è la propaganda e molte delle tematiche sul cambiamento climatico sono diventate ulteriori giustificazioni per incolpare proprio gli agricoltori o gli allevatori.
Una visione sbagliata che rischia di essere un boomerang. Basti pensare che gli stessi che credono si debba ridurre la pressione antropica dell’uomo sull’ambiente e la usano come clava contro il nostro sistema produttivo, sono quelli che poi favoriscono l’ingresso di prodotti che vengono proprio da quei Paesi in cui non c’è sostenibilità e neanche la tutela dei diritti umani. Spesso parliamo dei luoghi più inquinati e inquinanti della Terra. Il sospetto che l’agenda Greta faccia comodo a qualcuno ormai è più che lecito».

È candidato per la Lega al Parlamento europeo, quale vorrebbe fosse il primo provvedimento da prendere in favore dell’agricoltura e quale a vantaggio dei cittadini italiani?
«Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha più volte proposto maggiore buon senso nelle scelte del Parlamento europeo che troppo spesso svantaggiano i nostri produttori. Vanno rimessi al centro delle politiche gli interessi dei cittadini italiani ed europei, non quelli di altri continenti».

Matteo Salvini ha già detto che non è disposto a votare la Von der Leyen per la riconferma né ad avallare alcuna alleanza con i socialisti. Pensa che l’inchiesta sui rapporti tra la baronessa e Pfizer convincerà anche il Ppe ad abbandonare la riedizione della maggioranza Ursula?
«Sulla vicenda Pfizer ci sono ombre: esigiamo chiarezza. Questa Commissione è stata la peggiore per gli agricoltori, non ci possono essere derive ideologiche che danneggiano proprio le produzioni primarie. Credo che non ci si possa alleare con chi ha portato avanti varie follie per correre dietro agli ambientalisti da salotto mentre aumentano i tassi di interesse e i costi di produzione».

Che pensa della carne coltivata, dei grilli nelle farine?
«La farina d’insetti è una follia contro la quale ci siamo opposti e di fronte alla quale siamo stati, purtroppo, impotenti. Ma grazie all’Italia e al nostro governo è partito il blocco a chi cercava di sostituire gli allevamenti naturali con la carne coltivata in laboratorio».

Le Marche sono una regione vitivinicola di eccellenza e alla vigilia del Vinitay partono nuovi attacchi al vino. Ultimo il Belgio, che vuole divieti di vendita. Cosa farebbe lei per difendere questa eccellenza italiana?
«Considerare il vino soltanto come una bevanda alcolica è a dir poco riduttivo e non tiene conto del contesto culturale italiano, nonché della sana dieta mediterranea. È chiaro che l’abuso di alcolici è sempre nocivo, ma un bicchiere di buon vino non può essere in alcun modo considerato un pericolo.
Questa è una sfida che dobbiamo affrontare. Nel frattempo alcuni prodotti sembrano essere destinati a essere sostituiti con prodotti industriali anziché agricoli, secondo una certa visione europeista, e questo vale anche per il latte. Spero che dietro il concetto di sostenibilità non si nasconda l’idea di sostituire campi e allevamenti con fabbriche per la produzione di cibo. La Lega non lo permetterà».

Lei era docente di tecniche di finanziamento: come vede la situazione economica del Paese?
«Grazie alla Lega, il governo ha approvato una manovra che con i fatti ha aiutato le famiglie in difficoltà e le fasce più deboli. Basti pensare che metà manovra (circa 15 miliardi) è stata destinata a finanziare il taglio del cuneo fiscale e mettere più soldi nelle buste paga dei cittadini, lasciando circa 100 euro in più al mese. Anche sulla sanità abbiamo voluto dare un segnale forte. Con i 136 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale, abbiamo raggiunto il più alto investimento mai previsto per la sanità, con l’obiettivo di ridurre le liste di attesa, rinnovare i contratti per medici e infermieri e aumentare gli stipendi. Senza dimenticare, poi, i mutui agevolati alle famiglie numerose per l’acquisto della prima casa e i 3 miliardi di euro con cui abbiamo finanziato il Pacchetto Famiglia con una serie di misure per fornire un sostegno economico alle famiglie italiane, come il bonus asili nido e la proroga della Carta Dedicata a Te per l’acquisto dei beni di prima necessità»