L’ACCORDO E’ UNA FREGATURA PER L’ITALIA

L’ACCORDO E’ UNA FREGATURA PER L’ITALIA

Tra pochi giorni Conte probabilmente siglerà un accordo sbagliato e controproducente sulla ridistribuzione dei migranti irregolari. Il prossimo 23 settembre, infatti, durante il vertice a La Valletta dei ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Spagna, Finlandia (in qualità di presidenza di turno del Consiglio Ue), dovrebbe essere approvato l’accordo concernente la ridistribuzione temporanea tra gli Stati membri della UE dei migranti irregolari salvati nelle acque del Mediterraneo centrale.

Nonostante gli annunci roboanti, nonostante la propaganda e le strette di mano di ieri tra Conte e Macron, manca una soluzione condivisa da tutti, che vincoli ogni Stato ad accogliere una quota di migranti prestabilita in attesa di una riforma più organica del trattato di Dublino nell’interesse del nostro Paese.

Proprio ieri il Premier Conte, dopo l’incontro con Macron, si è affrettato a dire ai microfoni : “E’ essenziale per l’Ue che volti pagina in direzione di una gestione strutturale e non più emergenziale dei flussi. Ho avuto la piena disponibilità di Macron per un meccanismo europeo sugli sbarchi, sulla ridistribuzione e per una gestione efficace dei rimpatri”

Il Premier Conte, come spesso accade, non racconta tutta la verità.

L’Italia chiede la rotazione dei porti e preme perché vengano distribuiti tutti i migranti sbarcati, senza distinzione tra probabili beneficiari di asilo e no. La Francia, invece, vorrebbe che le navi sbarchino i migranti nel porto sicuro più vicino. Lo chiarisce sempre ieri proprio Macron quando ai microfoni dice : “Sono convinto che serva un meccanismo europeo automatico di accoglienza degli immigrati che consenta di permettere a Malta e all’Italia che, prima dell’arrivo, i migranti possano essere presi in carico”.

Cosa dovrebbe prevedere l’attuale ipotesi di accordo ?

L’accordo sembra prevedere che i migranti vengano accolti ed accuditi da Italia e Malta (in qualità di porti sicuri) in attesa della loro successiva ricollocazione in un altro Paese dell’Unione europea, da attuare entro un mese. Francia e Germania, con “finta” generosità, si sono impegnate ad assorbire il 25% degli irregolari che le organizzazioni non governative condurrebbero verso i porti italiani e maltesi. Peccato che entrambi i Paesi europei non spieghino chiaramente se il trasferimento riguarderà tutti o soltanto coloro che saranno riconosciuti come rifugiati.

Dietro questa differenza si nasconde il nodo della questione. Perchè la percentuale di immigrati riconosciuti come rifugiati è solo il 10% rispetto al totale e quindi Francia e Germania attualmente si sarebbe impegnati ad accogliere il 25% del 10% del totale. In pratica un misero 2.5%.

Una percentuale risibile. Senza contare che questo meccanismo automatico di “finta redistribuzione europea” sarà una vera calamita per gli scafisti ed un fattore di attrazione per i migranti che comporterà una incalcolabile intensificazione dei flussi migratori irregolari e anche di morti purtroppo. La pubblicità di questo accordo favorirà inevitabilmente nuovi sbarchi, nuove violenze e nuove tragedie nel mare arricchendo solamente la criminalità organizzata e gli scafisti.

Come ha messo giustamente in evidenza il senatore Arrigoni in una interrogazione parlamentare, in questa ipotesi di accordo non ci sono risposte ad alcune fondamentali questioni:

  • Quali saranno gli Stati europei che si faranno carico dell’accoglienza dei migranti irregolari residui, che rappresentano oltre il 90% del totale?

  • Chi e con quali risorse dovrà fronteggiare l’aumento indiscriminato delle spese da sostenere per il finanziamento dell’accoglienza provvisoria?

Il 23 Settembre la propaganda giallorossa proverà a far credere che l’Italia abbia vinto questa sfida nei confronti di un’Europa finalmente attenta ad ascoltare le legittime richieste del nostro Paese che da troppi anni si fa carico di una situazione non più sostenibile. Il realtà con questa ipotesi di accordo la maggior parte degli stranieri che arriveranno in Europa, saranno ancora lasciati a carico dell’Italia che dovrà fare da sola come è accaduto in passato. 

Conte non svenda gli interessi italiani solo per l’ambizione di qualche stretta di mano con Macron e con la Merkel.

Il  Premier Conte difenda l’Italia che da questo accordo ne uscirà con le “ossa rotte” e con migliaia di migranti che saranno un rischio per la sicurezza dei cittadini.