TRE IDEE PER L'ECONOMIA DELLE MARCHE

TRE IDEE PER L'ECONOMIA DELLE MARCHE

Mentre l’Europa sta tergiversando e rinvia di due settimane qualunque decisione a sostegno dell’Italia, mentre il Governo nazionale “balbetta”, qui nelle Marche si intravede, dopo la tragedia sanitaria che ha colpito tante, troppe famiglie, una situazione economica drammatica per  le nostre imprese.
La cosa che più di tutte mi preoccupa è che nelle Marche stiamo per vivere  la recessione economica più grave dal 1948 ad oggi senza interventi economici adeguati e, ancor peggio, con gli strumenti ordinari di finanza pubblica, come se nulla fosse accaduto, e con la burocrazia che prevale sul buon senso.
Manzoni nei Promessi Sposi, per sintetizzare la crisi sociale a Milano a causa della Peste, scrisse che si era perso il buon senso anzi meglio: “Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”.
Sperando di fare cosa gradita propongo alla Giunta e al Consiglio Regionale, senza paura del senso comune, di mettere in campo urgentemente misure straordinarie, ma appunto di buon senso, rimodulando tutti i Piani finanziari previsti su FERS, FSE e PSR in funzione anti-crisi rinegoziando quindi con il Governo Centrale e con la UE, cosi da prepararci al contraccolpo e preservare preventivamente l’economia regionale . Prima che sia troppo tardi.
Spero in estrema sintesi di riuscire a dare un contributo al dibattito che avverrà la prossima settimana tra la Regione Marche e le parti sociali con queste prime tre idee magari non esaustive:

        1. LIQUIDITA’
La prima e quanto mai urgente richiesta che viene dalle imprese, soprattutto quelle piccole, è la liquidità per far fronte alle spese altrimenti, in poco tempo, finiranno la loro capacità finanziaria e non riapriranno! 
Un intervento rapido e trasparente: un contributo a fondo perduto per garantire la liquidità calcolato sul 10% del fatturato medio;  intervento di finanza pubblica diretto in conto corrente con un voucher elettronico per tutte le imprese (PMI) di ogni categoria, calcolando quel 10% sul fatturato medio 2017/2018/2019, magari con un tetto di 50.000 massimo di contributo ad azienda senza certificazioni, ma solo tramite lettera PEC sottoscritta da un revisore abilitato che dichiara, sotto la propria responsabilità, la media dei ricavi e senza ulteriore burocrazia.  Il voucher può essere girato direttamente sul conto corrente dichiarato alla domanda PEC, piuttosto che a sportello.

Abolire o innalzare la soglia per accedere a più iniziative (de minimis). Immagino questo del 10%, perchè è un criterio oggettivo e proporzionale, perchè è veloce non servono procedure, commissioni di valutazioni, requisiti, domande, fogli, integrazioni e marche da bollo. Sarebbe, se accolta, una misura che va nella direzione utilizzata ormai da tutti “Helicopter Money” (tranne che in Italia),  ma con criteri etici, oggettivi e proporzionali. Esempio se il fatturato medio 2017/2018/2019 è 60.000 euro azienda prenderà un voucher di 6.000 euro che permettono di pagare le spese e il personale , cioè di resistere, mentre se il fatturato medio è 800.000 euro l’azienda prenderà 50.000 euro che, secondo i miei calcoli,  coprirebbe il costo medio del personale applicabile a quella azienda per due mesi, senza prosciugare la liquidità dell’azienda e senza mettere a repentaglio il patrimonio. 
        2. CREDITO
La Regione  deve rimuovere subito il tetto minimo stabilito con Legge Regionale per accedere al Fondo di Garanzia; in un momento così straordinario, in cui le banche potrebbero accedere a Medio Credito Centrale e Fondo di Garanzia in tempi rapidi e senza costi dare prestiti veloci alle nostre imprese, è assurdo che rimanga un limite, imposto dalla Regione Marche, sotto il quale è obbligatorio passare per i Confidi, colpendo con un gravame burocratico proprio le piccole imprese. I tempi medi per una pratica Confidi sono 3 mesi , oltre alle valutazioni successive sul merito creditizio da parte della Banca.  Inaccettabile, quindi chiediamo urgentemente di rimuovere il vincolo presente nella norma regionale,  affinchè le operazioni di credito ordinario a favore delle piccole e medie imprese, nel rispetto delle previsione del decreto Cura Italia – DL n.18 del del 17 marzo 2020, siano anch’esse esentate dalla limitazione dell’intervento di garanzia diretta del Fondo nella Regione Marche, con decorrenza immediata.
Facilitare (a livello di accantonamenti) le concessioni anche per rating inferiori a quelli ottimali; 
Allungare i tempi per le segnalazioni obbligatorie a forborne.
Costituire un fondo regionale destinato ad abbattere integralmente gli interessi pagati dalle imprese, così da consentire un finanziamento nei fatti a tasso zero con restituzione minimo tra tre anni. Ritengo che, liberate  le banche e gli intermediari finanziari dei vincoli burocratici senza senso, i soldi arriveranno alle imprese e alle famiglie.
      3. CONTRIBUTO PER RIAPERTURA
E’ necessario rimodulare, come già detto, tutti i Piani di FERS, FSE e PSR in FUNZIONE ANTI-CRISI per un bando semplice e veloce per cofinanziare le spese di riapertura delle attività e delle imprese. Esempio che vale per le tutte le imprese: Bando che cofinanzia il 50% delle spese e degli investimenti su: 

  • Opere edili, murarie e impiantistiche connesse agli interventi di ripristino, riavvio, riqualificazione, ristrutturazione e/o ampliamento delle strutture in cui si svolge l’attività;
  • Spese per la sanificazione dei locali;
  • Spese ordinaria manutenzione;
  • Consulenze contabili e di gestione aziendale, comprese le consulenze per invio domande;
  • Spese di promozione, consulenza per la promozione,
  • Acquisto di macchinari, attrezzature, impianti opzionali, finiture e arredi funzionali all’esercizio dell’attività;
  • Acquisto scorte di magazzino (materie prime, merci, prodotti e servizi per la sanificazione) per lo svolgimento dell’attività;
  • Spese di personale;
  • Acquisto di dotazioni informatiche (hardware), per l’acquisto di software e relative licenze d’uso, di servizi di cloud computing funzionali all’esercizio dell’attività e all’offerta o al miglioramento di nuovi servizi e/o prodotti alla clientela, nonché per la realizzazione di siti internet ed e-commerce, con esclusione delle spese relative alla manutenzione ordinaria, all’aggiornamento e alla promozione;

Queste proposte, unitamente ad altre, sono le prime cose che mi vengono in mente da proporre e non uso la formula “Fate Presto”, perché non sarò uno spettatore passivo,  ma, viceversa, vorrei dare un contributo fattuale in così gravi circostanze, affinché la nostra Regione sia conforme alle esigenze delle famiglie e delle imprese.
Facciamo Presto!

 
28 Marzo 2020
Mirco Carloni